mercoledì 8 aprile 2009

LETTERA AD UN MEDICO DI BASE, OBIETTORE DI COSCIENZA

Gentile Dottore,
noto con delusione che Lei purtroppo, come molti della Sua generazione e confessione, continuano a considerare l’interruzione volontaria di gravidanza come una vergogna e non invece come uno dei diritti per l’autodeterminazione della donna, quale invece è.
Lei mi dirà che questo suo atteggiamento verso il più triste dei diritti di noi donne è dovuto al fatto che Ella lo disapprova totalmente in tutti i suoi aspetti. Mi piacerebbe sapere allora che cosa è disposto a fare Lei come medico , nonché come uomo, nel rispetto delle leggi vigenti, per evitare che i suoi pazienti vadano incontro a quel che Lei continua a ritenere una piaga sociale. La tanto criticata 194 contiene già in se tutte le indicazioni per prevenire ciò che essa permette solo per evitare una tragedia peggiore; l’aborto clandestino, pericoloso per la vita delle donne, che molto spesso sono già madri di altri figli che vivono con lei in circostanze già difficili di per se. Quest’anno quasi ogni volta che ciascuno di noi suoi pazienti entravamo dalla porta del Suo studio, ci veniva consegnato un modulo da firmare atto alla tutela della nostra privacy; sarebbe disposto a fare qualcosa di simile, paziente per paziente, indirizzando tutti i maggiori di 18 anni, (giusto perché altrimenti i loro genitori potrebbero protestare) non solo quelli non sposati o molto giovani, verso il proprio consultorio di zona per farsi spiegare quanto siano fallaci i metodi contraccettivi “naturali”, anche se molto avvallati dalla chiesa? Potrebbe spiegare alle donne gravide che passano per il Suo studio che i metodi diagnostici precoci, insieme agli aborti terapeutici servono ad evitare la messa al Mondo di creature simili alla piccola Juliana Wetmore? Sarebbe disposto quindi ad indirizzare anche queste ultime verso il proprio consultorio di zona perché le possano spiegare la differenza fra un’interruzione di gravidanza al primo trimestre ed una alla seconda?
Se si ritiene disposto a fare tutto ciò, vorrà dire che individuando in Lei il mio medico di base, ho fatto la scelta giusta; altrimenti significherà che continuerò a rivolgermi a Lei solo giusto perché abitiamo vicini.
N.B. L'amore si fa in due; ma perchè siamo sempre noi donne a pagarne le conseguenze?
In fede
Vostra paziente (che ha perso la pazienza con gli obiettori che obiettando sulle altrui coscienze ostacolano la corretta applicazione di una legge dello Stato atta a salvaguardare la salute fisica e psichica delle donne)

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